Hera Molino Rosso

Nello scenario edilizio odierno, le parole d’ordine sono riquaificazione e valorizzazione, focalizzate esclusivamente nel patrimonio edilizio residenziale. Questo progetto esce dal coro estendendo il concetto al panorama edilizio industriale creando di fatto un nuovo mood, e dare una nuova anima a un edificio industriale.

Il progetto di riqualificazione, punta a creare ambienti più accessibili, luminosi, confortevoli, caratterizzati da trasparenze, forme e strutture innovative.

L’architettura gioca un ruolo fondamentale prevedendo un restyling in chiave moderna dei fabbricati industriali che hanno necessità di essere riportati a nuova vita.
La semplice facciata del capannone, in calcestruzzo lavato, denunciava l’iniziale funzione produttiva dell’edificio che nel tempo ha subito molte trasformazioni fino a diventare un importante centro direzionale per la città.
Un attenta pianificazione ha permesso di trasformare in sei mesi una superficie di 4900 mq.
L’obiettivo era quello di realizzare e mantenere un alto standard qualitativo per tutto il processo progettuale, dal concept all’esecuzione dell’opera.

Per questo il progetto viene concepito sposando il desiderio del committente con i principi di fattibilità, sostenibilità, funzionalità, rispettando le risorse economiche a disposizione e imprimendo allo stesso una tensione estetica costante.

L’intero progetto è stato concepito per raggiungere un risparmio energetico al fine di creare vantaggi al committente sia economici, sia di confort per chi ogni giorno vive l’edifico.
La sfida era quella di rianimare un edificio dalle connotazioni ormai obsolete con l’utilizzo di nuovi materiali a impatto zero sull’ambiente e come sinonimo d’innovazione, incrementando la ricerca su questi prodotti per una progettazione che permetta nel tempo di avere edifici ecosostenibili.

Il futuro è già cominciato: norme, leggi e incentivi sono utili per nuove prassi e comportamenti, ma per affrontarlo servono motivazioni, passione e voglia di apprendere. La “nuova edilizia” dovrà essere sicura, efficiente e ad alta qualità abitativa, a prescindere dai materiali usati purché si allineino ai principi dell’eccellenza, dell’innovazione e della sostenibilità.

L’incarico di rivitalizzare una facciata poteva risolversi con una molteplice scelta di materiali e di finiture. Si voleva trovare una soluzione originale nel settore del recupero industriale, una soluzione che dal punto di vista architettonico permettesse, con un giusto budget, di restituire all’edificio una nuova vita, un nuovo linguaggio architettonico, un moderno significato. Le forme rigide del volume e la forzata forometria non consentivano a livello materico di “lavorare il prospetto” in modo determinante. La scelta del termocappotto della Stifferite ha allora risposto alle aspettative della committenza e alle scelte progettuali.
Si sono volutamente definite due profondità di cappotto e tre tonalità di colore dell’Ivas, rispettando la scansione delle finestre, ma lavorando al tempo stesso su vaste aree di prospetto per creare ombre di volumi e ampi portali. La duttilità di questo materiale, unita a una sensibile valutazione di risparmio energetico, ha risposto pienamente alle valutazioni iniziali.
Un’attenzione particolare è stata riservata anche al tema degli imbotti di tutte le superfici vetrate.
Il prodotto da utilizzare per la loro finitura doveva dialogare con il nuovo materiale applicato sulla superficie esterna e con gli infissi esistenti in alluminio nero. La scelta della lamiera in zinco titanio si è rivelata vincente uniformando tutte le lattonerie, compresi i cilindri del troppo pieno, scandendo la suc-cessione delle finestre con una sottile linea tecnologica.
Il nuovo Portale d’ingresso doveva essere un segno forte, un’anomalia del progetto, un’icona chiaramente visibile dall’autostrada che evidenziasse l’ingresso principale degli uffici.
La dimensione visibile e volumetrica del nuovo ingresso doveva essere una provocazione (affronto) all’edificio esistente: un semplice parallelepipedo rosso sormontato da un’enorme struttura inclinata in ferro bianca a maglia quadrata ha risposto a questa premessa.
Abbiamo utilizzato un pannello sandwich lamiera di alluminio preverniciata coibentata che individuasse anche nel coperto la materia. Un taglio netto trasparente, asimmetrico, che apre il solaio di copertura proseguendo senza soluzione di continuità nella parete verticale fino a terra, e che crea giochi di ombra e luce. Un taglio che, sommato alle due ampie vetrate laterali con le aperture scorrevoli per gli accessi, consegna all’ingresso la giusta illuminazione e importanza.